Gli Arcani maggiori dei Tarocchi e il linguaggio dell’inconscio
“Nella Magia, nell’alchimia, nella Cabala, nei diversi riti iniziatici, questi Archetipi adottano forme diverse ma forniscono gli stessi messaggi con i quali il tarocco ci sorprende. Essi parlano essenzialmente della nostra eterna resurrezione.
Il tarocco, che assomiglia al Tao con il suo yin e yang , è un canto alla complementarietà degli opposti: materializzazione dello spirito, spiritualizzazione della materia.”
“Lascio che parlino le mie parti
ma io sono molto più della somma di queste parti.
Sono il silenzio eterno che le anima,
la pace dell’abisso sconfinato,
l’impensabile diamante che si annida nella tua anima.”
Io, i Tarocchi – Alejandro Jodorowsky
Da sempre, l’uomo s’interroga sul proprio futuro e si confronta con l’ignoto. Da sempre, cerca risposte a piccoli e grandi interrogativi che lo tormentano.
L’enigma irrisolto della genesi dei tarocchi altro non fa che contribuire all’aura di mistero insita in queste carte.
C’è chi dice che siano di origine medievale e chi invece afferma che affondino le loro radici ancora più nell’antichità. Le teorie più accreditate sono tre.
XXII secolo a.C. in Egitto
I tarocchi sono diretta derivazione dei geroglifici del Libro di Thoth (una raccolta di 42 volumi mitici e profetici) e rappresentano una sintesi della conoscenza e della religione Egizia. I tarocchi sono quindi un alfabeto geroglifico e numerale, riservato in origine ai sommi sacerdoti, che esprime il sapere universale originario, da cui si sono sviluppate le varie culture e religioni.
XI secolo a.C. in Cina
I tarocchi presentano diverse analogie con lo I Ching, libro custode dell’antica saggezza cinese e risalente a più di 3000 anni fa. L’estrazione casuale dei 64 esagrammi dello I Ching è uno strumento tradizionale di divinazione. Il fatto che siano invenzioni cinesi sia le carte da gioco che la carta e la stampa, rende plausibile che sia in Cina che vadano ricercate le primissime origini dei tarocchi.
XV secolo d.C. in Italia
I tarocchi nacquero con tutta probabilità nell’Italia del nord, alla corte di Filippo Maria Visconti – duca di Milano – durante la prima metà del Quattrocento. Lo testimoniano i molteplici ritrovamenti di carte, le numerose citazioni in documenti e registri di corte quattrocenteschi, e l’utilizzo nelle carte del sistema di semi tipicamente italiano: spade, bastoni, coppe, e denari.